Le api, il miele
Fare Apicoltura
L'apicoltura, spesso, si tramanda di generazione in generazione. Le radici contadine del lavorare la terra e l'allevamento del bestiame per il sostentamento della famiglia, hanno sicuramente a che fare con l'allevamento delle api. La cultura viva della terra, lavorata a mani nude, è specchio per l'apicoltura. L'erba medica, i fieni e i foraggi, sono l'alimentazione tipica del bestiame e contemporaneamente offrono anche il nettare alle api. Basta attendere la fioritura e falciare l'erba solo quando l'ultimo fiore è stato visitato dalle api; E' la saggezza tipica della cultura contadina friulana.
Dino iniziò nel 1980, aiutato dal fratello Romeo, il suo essere apicoltore a San Lorenzo di Manzano, a pochi passi dalla casa natale della poetessa Caterina Percoto. Le poesie della contessa contadina hanno sempre accompagnato la vita e il lavoro di Dino anche quando, lucido seggiolaio, si dedicò, non soltanto alla costruzione delle sedie ma, con lo stesso legno, fabbricò anche le arnie. La moglie Rosa, sempre attenta, alla cura del miele perché il compito più importante per un apicoltore è quello di portare il miele dall'arnia al vasetto.
Arrivai più tardi, sposando sua figlia Laura. Non si faceva altro che parlare di api; a cena. Poco a poco crebbe in me la stessa passione. Oggi, assieme a Rosa e Laura Vi offriamo il nostro lavoro; il miele delle api, alle quali lasciamo sempre i fiori più belli.
Sandro
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I prati stabili
Sono formazioni erbacee ad elevato numero di specie spontanee, distribuite sul territorio regionale e in progressiva scomparsa.
I prati stabili ancora presenti sul territorio regionale del Friuli Venezia Giulia rappresentano un prezioso serbatoio di biodiversità. Costituiscono l'habitat ideale per molti animali e possono ospitare moltissime specie erbacee anche su piccole superfici, alcune di notevole interesse tra cui vari endemismi, per esempio Dianthus sanguineus, Knautia ressmannii, Brassica glabrescens, Matthiola fruticulosa sp.valesiaca, Leontodon berinii per quanto riguarda gli ambienti asciutti e Erucastrum palustre, Armeria helodes, Centaurea forojuliensis, Euphrasia marchesettii, Senecio fontanicola per gli ambienti umidi.
Apiari
Udine (casa)
Hotel api solitarie (Osmie rufe e cornute)
Gli hotel sono costruiti in legno. I fori sono di misura ben definita. E' sufficiente esporre, anche sul davanzale di casa, un rifugio per api solitarie nei primissimi giorni di aprile. Le femmine, fecondate, depositeranno le uova all'interno dei fori ad iniziare dal fondo. Deposto l'uovo e posizionato del polline come alimento della futura larva, chiuderanno con un setto di argilla lo spazio vitale e così di seguito fino al termine del foro. Dalle uova deposte sul fondo e fino ad una certa misura nasceranno le femmine. Verso la fine nasceranno i maschi. I primi a sfarfallare, ovviamente, saranno i maschi che aspetteranno il momento più opportuno ( quando l'aria sarà più tiepida) per fecondare le femmine. I maschi, durante le ultime giornate invernali saranno degli ottimi impollinatori delle prime fioriture es. albicocchi quando ancora le api, per il freddo, non saranno uscite dall'alveare. A primavera, nasceranno le femmine che verranno fecondate dai maschi che subito dopo cesseranno di vivere così il ciclo inizierà di nuovo.
Campeglio di Faedis
Siete nella "terra dei castelli". L'arco morenico che si stende dalle colline di Cividale verso ponente prende il nome dai numerosi castelli ivi presenti; alcuni in rovina, altri fanno bella mostra di sé talvolta anche illuminati di notte. Mura spesse in luoghi ostici da arrivare. Per alcuni secoli hanno retto per poi essere abbandonati quando la polvere da sparo ha fatto sentire il suo acre odore, capace di attraversare anche le mura più spesse. Le api "guardano" i fiori; guai se non fosse così. Le tenere fioriture primaverili godono del primo sole e in luoghi riparati amano aprirsi a tutti gli insetti impollinatori, tra questi le nostre api. Le colline arginano i freddi venti provenienti da nord. Il freddo è meno intenso e tutto pare riprendere vita più in fretta; a primavera. Poco più sù i castagni, è l'amaro in bocca del loro polline, sui candidi e soffici fiori a scagliarsi nel miele, ad attrarre o respingere. Così le tante vicende di questa meravigliosa terra.
San Lorenzo e Soleschiano di Manzano
Apiario di
San Lorenzo e Soleschiano
Sono frazioni del comune di Manzano in provincia di Udine.
Tempo fa era il territorio vocato alla produzione delle sedie. Ora non più. Le attività artigianali sono diverse e diversificate dopo la delocalizzazione della produzione delle sedie.
Il territorio però conserva la memoria dei luoghi. Le numerose fabbriche abbandonate offrono una riserva di spazi verdi rinselvatichiti a vantaggio delle specie animali che in questi luoghi abitano.
È come un viaggio a ritroso nel tempo quando la poetessa friulana ottocentesca Caterina Percoto narrava a suon di racconti la vita dei contadini di quelle terre, arse dal passare del tempo.
Tra i fiori si possono ancora ascoltare le melodie e i canti delle donne e degli uomini prossimi al racconto delle uve settembrine.
Il tutto si confonde con le dolci note dei profumi di un tempo a deliziare il miele di oggi.
Udine
Al limitare della città.
Esiste sempre un "fuori dalla città".
Ciconicco di Fagagna
Apiario di Ciconicco
Non è stata una scelta ma una possibilità. Mi sono state offerte delle possibilità per posizionare le arnie in territori collinari. Ciconicco fa la differenza. L'apiaro è prospicente alle dolci colline moreniche che si adagiano al termine della alta pianura friulana.
Nelle vicinanze i "prati stabili" territorio incontaminato che porta con sé una varietà significativa di fioriture estive.
I prati sono stati donati nel '700 da un ricco proprietario terriero. Sentendo vicino il momento della sua morte stipulò un contratto notarile a favore dei poveri abitanti della frazione di Fagagna.
Non pago vincolò la proprietà ad un legato: Il giorno del venerdì Santo è fatto obbligo di consegnare un Kg di pane a tutte le famiglie del paese in cambio di una preghiera a favore della sua anima. Ho ricevuto il pane tante volte e molte volte ho ringraziato colui che non ho neppure conosciuto. Ho così appreso il valore del dono.